Ricevere informazioni valide e corrette sulla natura del disturbo e dei suoi sintomi – ovvero un’adeguata psicoeducazione sul disturbo – durante il dialogo con lo psichiatra e lo psicologo, è di fondamentale importanza fin dal momento della diagnosi e dall’inizio del percorso terapeutico e aiuta la persona con Disturbo Bipolare a riconoscere come tali i sintomi attuali e pregressi. Non sempre, infatti, la diagnosi corrisponde con la prima manifestazione del disturbo. Il dialogo psicoeducativo permette di riconoscere i sintomi più ricorrenti e significativi di ciascuna fase, come pure le loro prime avvisaglie (prodromi) e consente alla persona di chiedere aiuto per tempo in caso di loro comparsa, aiutando così a prevenire le ricadute e/o a ridurne l’intensità e la durata.
Inoltre, la psicoeducazione mira a sottolineare l’importanza di seguire uno stile di vita salutare e aiuta a riconoscere i comportamenti che si allontanano da questo stile e che possono, pertanto, esporre a un più alto rischio di ricaduta.
In questo dialogo, con il consenso del paziente, può essere utile coinvolgere un familiare e/o altra persona di riferimento che, se adeguatamente informata sulla natura del disturbo e delle sue caratteristiche, possa aiutare il paziente a riconoscere i segnali di ricaduta e a adottare le strategie di gestione condivise coi curanti, assumendo il cosiddetto ruolo di mood watcher (osservatore dell’umore) supportivo e cooperativo nei momenti di crisi.
Caterina Visioli
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